Giada, studentessa del master in Diritto e Politiche delle Migrazioni all’Università di Trento, ci racconta alcuni aspetti dell’esperienza che ha vissuto con noi durante il suo tirocinio curricolare.
Come sei arrivata al Centro Astalli?
Conoscevo il Centro Astalli prima ancora di iniziare il Master. Alcuni anni fa ho fatto un’esperienza all’interno dell’équipe legale dell’associazione come volontaria, quindi ero già entrata in contatto con questa realtà. Ho svolto alcuni accompagnamenti di utenti ai loro appuntamenti in questura: è stata un’esperienza breve ma significativa.
Quindi, dovendo svolgere un tirocinio nell’ambito del master, ho scelto di farlo qui, sempre nell’ambito legale.
All’interno di questa équipe di cosa ti sei occupata principalmente?
Nel tirocinio ho seguito per un primo periodo soprattutto lo sportello, dove si recano le persone straniere sul territorio che hanno bisogno di aiuto per vari motivi, tra cui i documenti. Ho affiancato i due operatori legali nei loro incontri con questi utenti. Poi la mia esperienza si è concentrata di più sul seguire le persone all’interno di progetti UCI (Una Comunità Intera), e lì mi occupavo soprattutto di tenere aggiornati i tanti file. Anche in questo caso ho affiancato gli operatori legali nei colloqui, nella preparazione delle audizioni in commissione per la domanda di asilo o per le varie notifiche (convocazione in commissione o esito ecc).
Anche in entrata o uscita dai progetti ci sono dei momenti di colloquio, per capire come è strutturato il sistema o come comportarsi, cosa tenere a mente.
Questo è un periodo molto complesso: si stanno prendendo tante decisioni relative alla gestione del fenomeno migratorio, alcune anche ricche di problematicità. Tu come hai vissuto questi aspetti partecipando al lavoro dell’équipe legale? Qual è stato l’approccio rispetto a questo tema?
Il cambiamento più importante è stato sicuramente la legge 50/2023, entrata in vigore in seguito al naufragio di Cutro, che ha cambiato e cambierà molte cose nell’accoglienza. Forse gli effetti di queste disposizioni stanno iniziando ad emergere proprio ora, nelle ultime settimane. In questa estate se ne è parlato molto, dal punto di vista legislativo c’è stata molta turbolenza. Nel concreto ora vediamo le conseguenze di queste decisioni sulle persone e sui servizi.
L’esperienza del tirocinio mi ha permesso soprattutto di osservare in modo più obiettivo le conseguenze di ciò che a livello mediatico si dice o si diffonde. Soprattutto allo sportello: penso alle tante persone che sono fuori dai progetti, che si recano allo sportello con molta ansia… queste sono le conseguenze delle decisioni politiche, per esempio quella di disinvestire nell’accoglienza e nei servizi ad essa legati.
C’è qualcos’altro che ti piacerebbe raccontare di questa esperienza? A livello emotivo com’è stato?
L’impatto emotivo è stato molto alto soprattutto nell’assistere le persone allo sportello: perché sono gli utenti più vulnerabili e capita di portarsi via un po’ della loro frustrazione. Sono le persone che più di tutte vivono nella marginalità. Spesso si recano allo sportello con l’aspettativa di risolvere il problema in fretta ma non è mai così, e c’è molta frustrazione nel non poter aiutarle nell’immediato.
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