Giovedì 20 Aprile siamo statɜ alla serata di presentazione del Rapporto annuale di Fondazione Migrantes "Costruire Futuro insieme a Richiedenti Asilo e Rifugiati".
"Oggi siamo qui per presentare dei dati che parlano della migrazione. Ascolteremo parole fosche che dipingono un futuro incerto, ma anche delle speranze. Lo sappiamo che, tra nuove e vecchie guerre, cambiamenti climatici, aumento delle disuguaglianze mondiali e atteggiamento di chiusura dei paesi più capaci di aiutare, il presente non appare semplice. Tuttavia, questo è il presente che ci è stato dato. Da qui dobbiamo partire ed è qui che dobbiamo lavorare. Come? Trovando strade, costruendo alleanze, immaginando strategie. Per questo la conoscenza ci è utile, conoscenza che viene anche dai rapporti come quello che presentiamo oggi, della Fondazione Migrantes."
Con queste parole la professoressa Donata Borgonovo Re, docente di Diritto delle Migrazioni e del Master DIRPOM dell'Università di Trento ha dato inizio alla presentazione del Rapporto 2022 "Il diritto d'Asilo" dalla Fondazione Migrantes. Lo studio, corredato di dati e di analisi, fornisce un quadro della situazione delle migrazioni forzate in Italia, grazie a contenuti curati da un’équipe di redattorɜ e collaboratorɜ che, oltre ad essere professionistɜ ed espertɜ del settore, seguono concretamente le persone richiedenti asilo e i rifugiate nei loro percorsi, o sono essɜ stessɜ rifugiatɜ.
La presentazione ha avuto luogo nella Facoltà di Giurisprudenza, davanti ad una platea nutrita di studenti e cittadinɜ.
La prima relatrice, Mariacristina Molfetta, Antropologa culturale della Fondazione Migrantes ha presentato i dati più importanti e i nodi critici che emergono dal volume "Il Diritto d'asilo".
"Quella che emerge dal rapporto è un'Italia scissa. Da una parte c'è un pezzo di paese che silenziosamente, lontano dai riflettori, mette in pratica le normative, per esempio accogliendo le persone che sono arrivate nei mesi passati sulle coste della Calabria tramite piccole barche partite dalla Turchia. Dall'altra c'è chi grida all'invasione e per 30 000 sbarchi, un numero piccolissimo rispetto agli arrivi registrati da tantissimi altri paesi, dichiara lo stato di emergenza. Da una parte si dice che vogliamo aiutarli a casa loro, dall'altra si taglia il budget per la cooperazione internazionale. Un'emergenza c'è ma non è quella italiana: considerate che ogni anno le organizzazioni internazionali fanno un censimento di tutte le persone accolte nei campi profughi in giro per il mondo che rischiano di morire nei successivi 6 mesi. E ogni anno chiedono ai paesi più ricchi di accogliere alcune di esse. Beh, l'anno scorso soltanto 57 000 di queste persone sono state trasferite verso condizioni di vita più umane.
In tantissimi paesi, le persone muoiono di fame, di sete, per i conflitti e i cambiamenti climatici. E noi in Italia, ci infuriamo se partono per salvarsi la vita. Fondamentalmente ci aspettiamo che si rassegnino alla loro sorte, senza provare a cambiarla. E che muoiano in silenzio, lontano da noi."
Per secondo ha parlato Gianfranco Schiavone, avvocato di ASGI.
"La direzione verso cui sta evolvendo la giurisprudenza europea in materia d'immigrazione è nefasta e avrà conseguenze importanti. Si mettono sempre più spesso in atto procedure accelerate per respingere o espellere le persone dai paesi europei tramite pratiche opache e illegali. E questo non accade più soltanto alla frontiera ma anche in profondità nel territorio dello stato. In questo modo si rischia di estendere l'area della frontiera a vaste zone del territorio nazionale, creando una specie di "modello ungherese" dove la frontiera è ovunque e quello che dovrebbe essere l'eccezione che si attua un un luogo complesso come il confine, dove i diritti umani non sono la priorità, diventa la norma in tutto il paese."
La voce del territorio trentino è stata portata da don Cristiano Bettega della Diocesi di Trento
e Stefano Canestrini, coordinatore di Centro Astalli Trento.
"Dati come questi ci portano ad agire" ha detto don Cristiano "troppo spesso lɜ cittadinɜ trentinɜ sono travoltɜ da notizie inconsistenti e slogan che nascondono la realtà invece che fornire un quadro comprensibile. Nelle nostre realtà è diventato quindi imperativo chiedersi come possiamo attivarci per dar vita nella nostra regione a una presa di coscienza lucida e pacata, basata non sulle reazioni di pancia ma sui dati oggettivi?"
Rincara la dose Stefano Canestrini: "La persona migrante è sempre stata una chiave di lettura per comprendere la realtà. E se guardiamo a come lɜ rifugiatɜ hanno vissuto l'anno scorso nella nostra realtà trentina, ci restituiscono una realtà desolante. Il 2022 è stato l'anno che ha mostrato il Trentino peggiore. Un Trentino che ha lasciato le persone in strada, dopo viaggi terribili, senza dargli neanche la dignità di un posto in cui dormire al caldo.
Come realtà che si occupano di migranti, da tanti punti di vista, è la nostra responsabilità continuare ad esserci, a confrontarci con la realtà trentina, ad affrontarne le paure, indirizzando sempre fermamente verso l'accoglienza e l'incontro."
Scopri di più sul Report 2022 "Il diritto d'asilo: costruire il futuro con i migranti e rifugiati", qui.
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