Racconto del nostro evento a Cles, per la Giornata mondiale del Rifugiato
Martedì 20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato, abbiamo organizzato una serata in val di Non, per portare il tema delle persone rifugiate anche nei luoghi da tempo esclusi o poco coinvolti nell’accoglienza.
Volevamo che fosse l'occasione per ricordare che chiunque ha diritto ad essere accolto e protetto, da ovunque provenga e in qualsiasi momento, ma volevamo anche sottolineare che l'esperienza della migrazione non è l'unico fattore che ha importanza nella vita di una persona rifugiata: ogni persona è diversa e unica, con la sua identità sfaccettata e con il suo bagaglio di esperienze, gioie e difficoltà.
Per questo, abbiamo dato inizio all’evento, nella piazza centrale di Cles, con un momento dal titolo “Identità in dialogo”, in cui Joy Ehikioya, Jesus Restrepo Lopez, Suliman Conteh e Ali Ashan, rispettivamente da Nigeria, Colombia, Sierra Leone e Pakistan, hanno dialogato su cosa significhi essere una persona rifugiata in Trentino, raccontando le loro esperienze e difficoltà, i momenti più felici o significativi della loro vita qui.
Difficoltà è una parola strana… diciamo che non riesco ad individuarne una sola, a volte mi sembra di essere quasi abituato alle tante difficoltà. C’è stato un momento, però, quando vivevo con lɜ studenti universitari nella casa dei Padri Comboniani, in cui mi sentivo veramente abbattuto. Rendermi conto di essere circondato da amici e persone che mi volevano bene e si preoccupavano per me è stato fondamentale per andare avanti: mi ha fatto sentire di nuovo vivo. (Ali)
All'inizio non riuscivo proprio a capire le usanze trentine. In Sierra Leone, quando incontri qualcuno per strada lo saluti, sempre, anche se non lo conosci. Quindi anche qui a Trento, all'inizio salutavo tutti, ma nessuno mi rispondeva! Poi mi hanno spiegato che qui non si usa... Comunque ho stretto moltissime amicizie qui, e anche in Val di Non, dove ho fatto il servizio civile per un anno! Molti amici sono qui oggi in questa piazza. (Suliman)
Una persona arriva qui e ottiene la protezione internazionale, quindi diventa rifugiata. Ma magari vuole essere anche altre cose. Io ho studiato all’Università e volevo fare l’Erasmus, e questo per me è diventato impossibile, perché a livello burocratico nessuno è stato capace di capire come permettermi di fare domanda. A un certo punto io mi sono chiesta, questa protezione è davvero una protezione, o è un incubo, una trappola? (Joy)
Impegnarmi nel volontariato o nella sensibilizzazione mi ha fatto sentire a casa: mi ha permesso di stringere legami e fare amicizie con persone davvero speciali. E questo mi ha aiutato a superare le varie difficoltà incontrate qui. (Jesus)
Questo prezioso momento di condivisione e racconto è stato addolcito dalla partecipazione del Centro Culturale Islamico, che ha offerto una merenda di tè e biscotti.
Questo evento è davvero significativo per me. Sono molto legato a Cles: sono qui da quando, anni fa, ho lasciato il Marocco. Anche lì abbiamo le montagne, ma non capita mai di vederle così tanto verdi…qui è davvero bellissimo. Mi sento molto partecipe della vita di questo rione, e sono felice che oggi ospiti questo evento. (Abdallah, Centro Culturale Islamico)
Dopo il dialogo, è stato il momento degli interventi istituzionali: per la Comunità della Val di Non e per il Comune di Cles, che hanno patrocinato l'evento, sono intervenute Cristina Marchesotti e Simona Malfatti (Assessora all’Area Cultura del Comune). Poi è stato il turno del nostro Presidente Stefano Graiff, e infine di Davide Bortot, per Cinéma du Désert.
L’ultima parte dell’evento è stata dedicata al cinema. Dopo un’interessante introduzione di Michele Bellio, della Biblioteca di Cles, l’associazione Cinéma du Désert, che porta il cinema in varie parti del mondo con due camion alimentati ad energia solare, ha messo a disposizione uno dei suoi camion per proiettare "L'ospite inatteso" di Tom McCarthy, un commovente racconto di migrazione e amicizia.
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Evento organizzato con il patrocinio del Comune di Cles e della Comunità della Val di Non, e in collaborazione con Fondazione Caritas Diocesana, Cinéma du Désert, Biblioteca di Cles, Centro culturale Islamico e Distretto Famiglia Val di Non.
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